Più di uno i temi al centro della conversazione con il giornalista Luigi Benelli: edilizia privata, infrastrutture strategiche, rigenerazione urbana e PNRR. La trattazione di argomenti ampiamente dibattuti diviene così una nuova interpretazione che orienta e offre spunti di riflessione a completamento del pensiero generale, concorrendo a sostenere le autorità pubbliche nelle loro decisioni. Una posizione che denota ancora una volta la capacità dei soggetti intermedi di poter incidere nelle risoluzioni più attese, definendone la loro successiva determinazione
Molto è stato finora detto sul Superbonus 110%, qual è l’aspetto più urgente da continuare a sottolineare?
Il Superbonus 110% è un incentivo fiscale di straordinaria valenza che – se applicato correttamente – rappresenterà una delle più grandi e importanti opere pubbliche del dopoguerra. Grazie ai finanziamenti pubblici, infatti, potremo efficientare e mettere in sicurezza gran parte del patrimonio edilizio privato esistente (le case degli Italiani).
Eppure i nodi da sciogliere portati all’attenzione del Governo sono ancora molti: la sua categoria ha individuato un punto di partenza?
Per la buona riuscita del “progetto” sono fondamentali tempi adeguati e procedure adeguate. I primi stimabili in almeno 4/5 anni: gli interventi potranno essere moltissimi e saranno necessarie imprese, strutture e soggetti finanziari in numero adeguato; le seconde, nel rispetto della trasparenza e del massimo rigore, per consentire di avviare i cantieri e non essere condizionati da fattori estranei, come l’impossibilità di reperire documentazione presso la PA, difficoltà e/o impossibilità di accesso agli uffici pubblici.
Esiste una ipotesi alternativa o parzialmente risolutiva?
È possibile agevolare il percorso amministrativo non richiedendo, per esempio, la asseverazione di conformità tra lo stato di fatto e il titolo edilizio. Sarebbe sufficiente, come per le compravendite, citare il titolo edilizio (che scongiura l’intervento su abusi totali), la regolarizzazione (sanatoria) e/o, in caso di immobili costruiti prima del 01/09/1967, una dichiarazione che ne attesti la circostanza.
Un richiamo alla responsabilità verso la ‘res’ pubblica, anche se per molti aspetti al momento le amministrazioni comunali sono più che mai in affanno.
L’affanno delle amministrazioni pubbliche, nel produrre la documentazione oggi spesso indispensabile, è causato da una serie di circostanze: archivi inaccessibili, personale in smart working, mancata dematerializzazione degli atti: tutti aspetti difficilmente risolvibili nei tempi dettati dalle norme attuali.
A che punto siamo con l’applicazione del principio della sussidiarietà orizzontale?
Potrebbe essere una soluzione immediatamente praticabile. Avvalendosi della attività dei professionisti in sostituzione della tradizionale e sola attività dei dipendenti pubblici spesso sotto organico. Alcuni esempi ed esperienze fatte sul campo ci confermano la bontà e la efficacia del principio.
Quale sarà lo sforzo necessario con il PNRR, che calendarizza grandi investimenti in infrastrutture e apre altri cantieri?
Sarà e dovrà essere quello di avviare una poderosa attività di manutenzione del territorio tutto (antropizzato e non, infrastrutture, corsi d’acqua, coste, porti). Sarà l’occasione per il completamento di moltissime opere “incompiute”, per la realizzazione di tutte quelle infrastrutture strategiche indispensabili per il Paese.
Che futuro prevede per l’edilizia? Come dobbiamo immaginare le città di domani? Sostenibilità ed efficientamento energetico sono le parole d’ordine?
Città vivibili, sane, sicure, verdi, pianificate e gestite seguendo le necessità sociali ed economiche. Città dove la persona torna al centro, dove gli investimenti dettano le scelte di pianificazione con l’obiettivo di creare anche lavoro!!!
È un’occasione: vogliamo infine chiedere alla nostra testata anche una desiderata che venga dal ‘cuore’?
Fare filiera, fare squadra, contribuire alla partecipazione nelle determinazione delle scelte! Creare qualità della vita, nel lavoro, nei rapporti sociali. Noi lo stiamo facendo, le categorie tecniche dialogano, portano il loro contributo al bene comune, puntano alla qualità delle prestazioni professionali con percorsi di accesso e di formazione continua. Ecco, e questo è un esempio, un cambiamento di paradigma : prima si ragionava settorialmente, ora lo facciamo insieme, per il bene di tutti.
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